Ogni piccola cosa interrotta (Silvia Celani, Garzanti)

Non mi ero mai concessa la possibilità di essere imperfetta. Per anni avevo nascosto le mie ferite, con l’unico risultato di vederle infettarsi di dolore, rassegnazione, e solitudine. […]
E forse era proprio questo il segreto. Si poteva scegliere di curare le proprie ferite riempiendole d’oro o rimanere a brancolare nel vuoto che creavano, rinunciando alla luce.
La scelta stava a me, dunque.
Solo a me.

Vittoria ha poco più di 20 anni, frequenta il corso di laurea in chimica, ha una vita agiata dato che la sua famiglia appartiene alla Roma medio alta: una villa con domestiche, cameriere e autista; una madre, Marianna, ingessata come gli abiti bon ton che indossa, anaffettiva, sprezzante e, sopratutto, una storia da ricordare e incollare.
La protagonista si destreggerà tra cene e feste con la borghesia romana insieme all’amica Carlotta, al suo ragazzo Marco e a Tancredi, catapecchie lungo fiume o nei vicoli di Roma insieme a Ion, lo studio della Dr.ssa Rosaria e attacchi di panico fino a rinsaldare tutte le crepe create sulla sua pelle dalla vita e a ricoprirle d’oro.
Un libro di una delicatezza disarmante dove contro a un mondo fatto di buio e assenza di respiro irrompe l’amore pieno dato dagli affetti più prossimi e dalla scoperta di quell’amore verso un’altra persona che ti fa sentire a casa.

 

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